25/05/2023 - 08/07/2023
Taisia Korotkova
Margherita Morgantin
a cura di Alessandra Franetovich
[english follow] Il 12 luglio 2022 NASA, ESA CSA, STSCI hanno pubblicato l'immagine di una porzione dell'universo rinominata scogliere cosmiche, raffigurante una regione di formazione stellare chiamata NGC 3324 situata nella Nebulosa della Carena, a 7600 anni luce di distanza dalla Terra. L'immagine è stata realizzata con la tecnologia a infrarossi dal telescopio spaziale James Webb e ricorda le forme di montagne e valli terrestri, rese però evanescenti – quasi fantasmagoriche – dai gas e dalle polveri che costituiscono i processi di nascita delle stelle. Sono dei paesaggi luccicanti, i glittering landscapes: il termine fa pensare alla pittura di paesaggio ma nella forma somigliano più all’estetica di certi screensaver. A ciascuna materia corrisponde un colore e le immagini sono oggetti di studio per gli scienziati ma anche elementi utili a diffondere forme di conoscenza sull'universo che escono dai canoni della ricerca scientifica. Un esempio tra queste è costituito dalle sonorizzazioni delle immagini stesse, realizzate – tra gli altri – nell'ambito del Sonification Project della NASA sia per raccontare l'universo a persone ipovedenti sia per aggiungere sfumature nell'immaginazione di tutti. Come le immagini, anche i suoni superano le barriere linguistiche, culturali, i confini nazionali.
Dai tempi della mitologia del dio Sole, il rapporto con lo spazio cosmico dischiude ad una dimensione visionaria in cui fantastico e scientifico convivono in osmosi, una condizione cui nemmeno le più recenti tecnologie si sottraggono. Eppure in anni in cui lo spazio cosmico diviene oggetto di una nuova stagione di corsa allo spazio caratterizzata dalla partecipazione di investitori privati e dall'introduzione del turismo spaziale, vale la pena domandarsi se stia nascendo il rischio di una privatizzazione dell'immaginario del cosmo. Se i processi di antropizzazione del cosmo – anche chiamato l'ottavo continente – conducono a ricerche che mirano a riportare i satelliti non più funzionanti sulla Terra per essere ecologicamente smaltiti, o per lo meno per non divenire spazzatura orbitante, dall'altro lato si assiste a una banalizzazione dell'esperienza dell'universo con fini materialistici. In piena Guerra Fredda, nel 1972 lo spazio era divenuto un'arena per la pace tra astronauti statunitensi e cosmonauti sovietici grazie a un trattato di cooperazione firmato dai rispettivi leader politici che, tra opportunismo e necessità, apriva uno spiraglio di collaborazione tra i Paesi allora impegnati a gareggiare nella corsa alla spazio. Ancora oggi lo spazio cosmico è sinonimo di cooperazione tra cittadini di qualsiasi provenienza e cultura, ma è a rischio di una privatizzazione senza precedenti quando diviene palcoscenico di interessi personali, economici e di parte: di recente abbiamo assistito ai primi esempi di un futuro turismo di massa per ricchi e alla celebrazione di eventi storici quali messaggi propagandistici, con l'esposizione dello Stendardo della Vittoria da parte di due cosmonauti russi durante una loro passeggiata nello spazio. Un gesto, questo, letto come una provocazione perché realizzato nel maggio del 2022 durante la loro permanenza sulla stazione spaziale internazionale (ISS), lanciata in orbita nel 1998 come risultato di processi di cooperazione multilaterale strutturata del post-corsa alla spazio.
I lavori inediti di Taisia Korotkova e Margherita Morgantin presentati in mostra si relazionano a diverso titolo e con modalità dissimili a centri di ricerca e istituzioni scientifiche, oltre che a leggi e scoperte, alla storia e alla museologia della scienza. La serie di acquerelli Imagined destinations [Destinazioni immaginate] (2023) di Taisia Korotkova apre uno spiraglio su paesaggi immaginari costituiti dalla coesistenza di elementi esistenti e fantastici. Differenti piante biomorfe, l'acceleratore di particelle del Cern Large Hadron Collider (LHC), il reattore nucleare Tokamak, il progetto Biosphere 2 sono raccolti in un atlante irregolare composto da rimanenze e rovine di scoperte passate che si intrecciano indissolubilmente a strumenti attuali, dando sostanza ad aspettative verso un futuro egualitario e di pace. Con Imagined destinations Korotkova si lascia alle spalle un'iconografia di intonazione critica e analitica che ha caratterizzato la sua produzione precedente, profondamente toccata da errori, ferite e residui del post Guerra Fredda, da riflessioni sul post-umano e dagli scarti ecologici della ricerca scientifica e della cultura visuale che ne deriva, tra scorie nucleari, luoghi di stoccaggio al limite del concepibile ed edifici abbandonati. Riflessioni queste che non ha abbandonato ma riletto con il desiderio di costruire un ancora inesistente, ma auspicabile, futuro di coesistenza interspecie, affidato al mezzo pittorico e alla figurazione dettagliata degli elementi ritratti con colori sgargianti – introducendo il carattere del fantastico in illustrazioni per certi versi realistiche. Sullo stesso versante, nella percezione di un incontro tra reale e irreale, si colloca l'opera site-specific di Morgantin. Variabili 1 (venti cosmici) è costituita da un anemoscopio alterato, anche detto manica a vento, e collocato sul tetto di Cripta747. Lo strumento defunzionalizzato dai suoi scopi originari è qui riletto come elemento trasfigurato e rappresentativo di un dialogo tra le due discipline, quella scientifica e quella artistica. La manica a vento è riconoscibile ma, anziché proporre una registrazione fedele di dati, il suo scopo diviene quello di dare forma all'invisibilità del vento. Pur assumendo un valore scultoreo/installativo, allo stesso tempo il materiale leggero dell'oggetto è stato contaminato dall'inserimento di sonagli che generano suoni metallici in base all'intervento degli agenti atmosferici sulla manica a vento. Assieme ad altre sonorità registrate nello spazio di Cripta747, il suono dei sonagli e della manica confluisce in Cosmic silence 6 di Margherita Morgantin e Lemmo, traccia audio interconnessa e parte dell'intervento site-specific, che viene presentata per la prima volta live durante l'opening per rimanere poi una presenza fantasmagorica all’interno della mostra. Il sonoro nasce dall'intreccio di suoni locali con traduzioni in spettri sonori di dati matematici statistici derivati dall'esperimento VIP = Violation of the Pauli exclusion principle, [VIP = la violazione del principio di esclusione di Pauli], in corso al Laboratorio del Gran Sasso e su cui Morgantin ha realizzato un lavoro omonimo tra 2020 e 2021 per l’ottava edizione di Italian Council e prodotto da Xing. Basato sulla rilettura del Principio di esclusione formulato nel 1925 dal fisico Wolfgang Ernst Pauli (1900-1958), VIP è un progetto di ricerca a tutti gli effetti che mira a osservare la possibilità di comportamenti che smentiscano questa legge (la quale garantisce in qualche modo la stabilità della materia dell’universo). L'operazione di Morgantin si inserisce in tale dinamica contaminandola con la carica di indefinitezza che caratterizza il mezzo artistico. I lavori di Korotkova e Morgantin – così diversi e così speculari – insinuano dubbi proponendo sguardi alternativi e liminali volti a evidenziare le possibilità di fuga da una interpretazione netta e chiusa del conoscibile, scavando interstizi negli scarti che emergono dalle teorie e dalle pratiche contemporanee attorno ai metodi e modi che abbiamo di conoscere, raccogliere dati e diffonderli, offrendo una riflessione sulle dinamiche di appartenenza e compartecipazione a un futuro che ci unisce e lega in termini di tempo e spazio, superando confini geografici e inglobando lo spazio cosmico.
Taisia Korotkova vive e lavora a Milano, ed è nata a Mosca dove nel 2003 si è laureata all'Institute of Contemporary Art (Mosca) e nel 2004 si è diplomata all'Accademia d'arte statale V. I. Surikov. Nel 2010 ha vinto il Kandinsky Prize, e i suoi lavori sono nelle collezioni della State Tretyakov Gallery, Mosca, MMOMA, Institute of Russian Realistic Art, Uppsala Art Museum, collezione del presidente della Repubblica austriaca, Moscow City Hall e in collezioni private. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive tra cui Cosmopolita, Cittadella degli Archivi di Milano, (2023); Novacene, Utopia Lille 3000, Lille, France (2022); Dark Forest, State Tretyakov Gallery, Mosca (2021); New Habitat, Kottinspektionen, Uppsala (2018); 4th Ural Industrial Biennial of Contemporary Art, Ekaterinburg (2017); 4th Moscow Biennale of Contemporary Art, main project, Mosca (2011).
Margherita Morgantin è nata a Venezia dove si è laureata in Architettura allo I.U.A.V., studiando metodi di previsione della luce naturale. Il suo lavoro si articola in linguaggi diversi che spaziano dal disegno alla performance, muovendosi su di un filo che raccorda linguaggio, filosofia, matematica, cultura visiva. Ha partecipato a mostre d’arte contemporanea e festival in Italia e all’estero e ha pubblicato i libri Titolo variabile (Quodlibet 2009), Agenti autonomi e sistemi multiagente (con M.Di Stefano) (Quodlibet 2012), Wittgenstein. Disegni sulla certezza (nottetempo 2016), Lo spazio dentro (con M.Buri) (nottetempo e-pub 2020), Sotto la montagna Sopra la montagna (nottetempo 2021). Ha pubblicato inoltre il disco COSMIC SILENCE 5, fluorescence 4 con Ilaria Lemmo e Beatrice Goldoni per la collezione Xong – dischi d’artista (Xing 2022). Lavora anche come Pawel und Pavel, progetto collaborativo di scrittura e performance, avviato nel 2013 con Italo Zuffi. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
Lemmo, natə a Torino il 29 giugno 1996, è sound researcher e compositorə nel campo della musica elettronica e sperimentale. Compone musica per il teatro, installazioni e per le arti performative e visive. Il suo lavoro esplora le possibilità della composizione algoritmica in relazione e dialogo con lo spazio acustico e come pratica di ascolto, sia in ambito della ricerca sonora che in quello multidisciplinare. Indaga il mezzo elettronico come strumento di osservazione e compenetrazione da una parte di un linguaggio informatico per la sintesi del suono e l’elaborazione di strutture di dati complessi, e dall’altra parte occupandosi di field recording ed elaborazione di suoni registrati. Tra le sue collaborazioni Chiara Bersani, Teatro Valdoca, XING-Margherita Morgantin, saudadesaudade.
Alessandra Franetovich è dottore di ricerca in storia dell'arte contemporanea, critica e curatrice. Attualmente è ricercatrice post-doc per il progetto Panorama dell'arte italiana del XXI secolo di Quadriennale di Roma, membro del board curatoriale di Cripta747, Torino, ed è co-docente presso Naba, Milano. Le sue ricerche sono state presentate in istituzioni universitarie in Italia ed Europa e ha ricevuto borse di studio e premi da Garage Museum of Contemporary Art, Mosca, Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, V-A-C foundation, Mosca. Ha curato mostre e residenze artistiche e ha collaborato con gallerie, spazi no profit, festival, istituzioni museali. I suoi testi sono stati pubblicati su cataloghi e riviste per e-flux journal, Middle Plane, Castello di Rivoli, Centro Pecci, Cosmic Bulletin.
25/05/2023 - 08/07/2023
Taisia Korotkova
Margherita Morgantin
curated by Alessandra Franetovich
On July 12, 2022, NASA, ESA, CSA, and STScI released an image called the Cosmic Cliffs, depicting a portion of the universe known as NGC 3324, a star-forming region located in the Carina Nebula. This region is situated approximately 7,600 light-years away from Earth. The image was created using infrared technology by the James Webb Space Telescope. It captures the ethereal beauty of the gas and dust shaping the birth processes of stars, recalling the mountains and valleys found on Earth. These shimmering landscapes, also referred to as glittering landscapes, evoke the genre of landscape painting, but aesthetically remind one of certain screensavers. Each type of matter corresponds to a specific colour, making these images objects of scientific study as well as valuable tools for disseminating knowledge about the universe beyond the scope of scientific research. One example of this research, created as part of NASA's Sonification Project, uses sonorization to render the images audible. These acousmatic images serve to communicate aspects of the universe to visually impaired individuals, enhancing the imaginative experience for everyone. Sounds, like images, can also overcome linguistic, cultural, and national borders.
Drawing from the mythology of the Sun god, the relationship with cosmic space unveils a visionary dimension in which the fantastic and scientific coexist in a kind of osmosis — a condition which even the latest technologies cannot escape. As cosmic space becomes a focal point in the new era of space exploration, one that is characterized by the participation of private investors, it is worth contemplating the emerging risk of the privatization of our collective imagination of the cosmos. Currently, efforts are being made to anthropize the ‘eighth continent’, by researching methods to safely dispose of non-functional satellites and prevent them from becoming space junk. However, there is also a concerning trend of trivializing the cosmic experience for materialistic purposes. At the height of the Cold War, in 1972, space served as an arena for peaceful cooperation between U.S. astronauts and Soviet cosmonauts thanks to a treaty signed by their respective political leaders. This collaboration between competitors in the space race exemplified the cooperative nature of cosmic space. Even today, cosmic space symbolizes cooperation among individuals from diverse backgrounds and cultures, but it faces unprecedented privatization when it becomes a platform for personal, economic, and partisan interests — recent examples include the emergence of mass tourism for the wealthy and the use of historical events as propaganda messages, such as the display of the Victory Banner by Russian cosmonauts during a spacewalk in April 2022. The latter, deemed to be a somewhat provocative gesture, since it was made during their stay on the International Space Station (ISS), launched in 1998 as a result of structured multilateral cooperation processes, reflects the potential threats to the spirit of cooperation in cosmic exploration.
The new works presented by Taisia Korotkova and Margherita Morgantin in the exhibition establish various connections to research centres, scientific institutions, laws, discoveries, and the history and museology of science. Taisia Korotkova's series of watercolours titled Imagined Destinations (2023) provides a glimpse into imaginary landscapes constituted by the coexistence of existing and fantastic elements. Different biomorphic plants — the Cern Large Hadron Collider (LHC) particle accelerator, the Tokamak nuclear reactor, and the Biosphere 2 project — are collected in an irregular atlas composed of remnants and ruins of past discoveries that are inextricably intertwined with current instruments, giving substance to expectations toward an egalitarian and peaceful future.
In Imagined Destinations, Korotkova departs from her previous productions, typified by a critical and analytical iconography profoundly influenced by the post-Cold War era — works dealing with mistakes, wounds, remnants, post-humanism, the ecological aftermath of scientific research, and the accompanying visual culture of radioactive waste and abandoned buildings. While keeping these topics in mind, the artist reinterprets them with the aim of constructing a non-existent yet desirable future centred around interspecies coexistence. The medium of painting, characterized by the detailed figuration of the portrayed elements and garish colours, introduces the topic of the fantastic. Similarly, Morgantin's site-specific work lies in the encounter between the real and the unreal. Variables 1 (cosmic winds) consists of an altered anemoscope, also known as a windsock, placed on the roof of Cripta747. The instrument has been defunctionalized from its original purpose and is now contextualized as a transfigured element, representing a dialogue between the scientific and artistic disciplines. Instead of proposing a faithful recording of data, the purpose of the windsock is to give form to the invisibility of the wind. While taking on a sculptural and installative value, the lightweight material of the object has been contaminated by the insertion of rattles. Depending on the weather conditions, the windsock generates sounds that blend into Margherita Morgantin and Lemmo's Cosmic Silence 6, an interconnected audio track and integral part of the site-specific intervention. Initially presented live during the opening, it will continue to exist as a phantasmagorical presence within the exhibition. These sounds emerge from the interweaving of local sources with translations into sound spectra derived from statistical mathematical data of the VIP experiment, which investigates the Violation of the Pauli exclusion principle at the Gran Sasso Laboratory. Morgantin created an elaborate artwork of the same name between 2020 and 2021, produced by Xing for the eighth edition of the Italian Council. VIP is a research project based on a reinterpretation of the Exclusion Principle formulated in 1925 by physicist Wolfgang Ernst Pauli (1900-1958). It aims to observe the possibility of behaviours that defy this law, which guarantees the stability of matter in the universe. Morgantin's approach aligns with this dynamic by infusing it with the ambiguity characteristic of the artistic medium. Though distinct, the works by Korotkova and Morgantin insinuate doubts by proposing alternatives and offering liminal perspectives that highlight the potential for escaping from a confined interpretation of the knowable. They explore the gaps and interstices that emerge from contemporary theories and practices surrounding our methods of knowing, collecting data, and disseminating knowledge. Ultimately, these works prompt reflection on the dynamics of belonging and co-participation in a future that unites us across time and space, transcending geographical boundaries and encompassing cosmic space.
Taisia Korotkova lives and works in Milan. She was born in Moscow in 1980. In 2003 she graduated from the Institute of Contemporary Art (Moscow). In 2004 she graduated from V. I. Surikov Moscow State Academic Art Institute. In 2010 she won the Kandinsky Prize in the category “Young Artist of the Year. Project of the Year”. Taisia Korotkova’s works are in the collections of State Tretyakov Gallery, Moscow Museum of Modern Art, Institute of Russian Realistic Art, Uppsala Art Museum, collection of the President of the Austrian Republic, the Moscow City Hall, as well as in private collections in Russia and abroad. Her works have been displayed in several shows, among which Cosmopolita, Cittadella degli Archivi di Milano (2023); Novacene, Utopia Lille 3000, Lille (2022); Dark Forest, State Tretyakov Gallery, Moscow (2021); New Habitat, Kottinspektionen, Uppsala (2018); 4th Ural Industrial Biennial of Contemporary Art, Ekaterinburg (2017); 4th Moscow Biennale of Contemporary Art, main project, Moscow (2011).
Margherita Morgantin lives and works in Milan, and was born in Venice. She graduated in Architecture at the IUAV Department of Technical Physics researching systems for forecasting natural light. Her work is articulated through different languages, ranging from drawing and installation to performance, and moving on a thread that connects language, philosophy, mathematics and visual culture. She has contributed to group shows and festivals in Italy and abroad, and she published the books of short texts and drawings: Titolo variabile (Quodlibet 2009), Agenti autonomi e sistemi multiagente (with M.Di Stefano) (Quodibet 2012), Wittgenstein. Disegni sulla certezza (nottetempo 2016), Lo spazio dentro (with M.Buri) (nottetempo e-pub 2020), Sotto la montagna Sopra la montagna (nottetempo 2021). She also released the LP COSMIC SILENCE 5, fluorescence 4 with Ilaria Lemmo and Beatrice Goldoni for the Xong collection - artists records (Xing 2022). Since 2013, she also works as Pawel und Pavel, a collaborative project on writing and performance with Italo Zuffi. She teaches at the Brera Academy of Fine Arts in Milano.
Lemmo live and work in Turin. They are sound composers and sound researchers in the field of electronic and experimental music. They compose music for theatre, performances, installations and audiovisual arts. Working with algorithmic and electronic composition, their research explores the possibilities of algorithmic composition and the relation with the acoustic viability in the space, both in the field of sound research and in the multidisciplinary one. They work and worked among others for Chiara Bersani, Teatro Valdoca, XING-Margherita Morgantin, saudadesaudade.
Alessandra Franetovich has a PhD in contemporary art history, and is a critic and curator. She is currently a post-doc researcher at the Quadriennale di Roma, member of the curatorial board of Cripta747, and is co-lecturer at Naba, Milan. Her research has been presented in universities and institutions in Italy and Europe, and she has been awarded scholarships from the Garage Museum of Contemporary Art, Moscow, Italian Ministry of Foreign Affairs and the Ministry of Cultural Heritage for the curatorial residency Premio Mosca, and V-A-C foundation, Moscow. She has curated exhibitions, and artistic residencies and collaborated with galleries, non-profit spaces, festivals and museums. Her texts have been published in catalogs and magazines for e-flux journal, Middle Plane, Castello di Rivoli, Centro Pecci, Cosmic Bulletin.
25/05/2023 - 08/07/2023
Taisia Korotkova
Margherita Morgantin
a cura di Alessandra Franetovich
[english follow] Il 12 luglio 2022 NASA, ESA CSA, STSCI hanno pubblicato l'immagine di una porzione dell'universo rinominata scogliere cosmiche, raffigurante una regione di formazione stellare chiamata NGC 3324 situata nella Nebulosa della Carena, a 7600 anni luce di distanza dalla Terra. L'immagine è stata realizzata con la tecnologia a infrarossi dal telescopio spaziale James Webb e ricorda le forme di montagne e valli terrestri, rese però evanescenti – quasi fantasmagoriche – dai gas e dalle polveri che costituiscono i processi di nascita delle stelle. Sono dei paesaggi luccicanti, i glittering landscapes: il termine fa pensare alla pittura di paesaggio ma nella forma somigliano più all’estetica di certi screensaver. A ciascuna materia corrisponde un colore e le immagini sono oggetti di studio per gli scienziati ma anche elementi utili a diffondere forme di conoscenza sull'universo che escono dai canoni della ricerca scientifica. Un esempio tra queste è costituito dalle sonorizzazioni delle immagini stesse, realizzate – tra gli altri – nell'ambito del Sonification Project della NASA sia per raccontare l'universo a persone ipovedenti sia per aggiungere sfumature nell'immaginazione di tutti. Come le immagini, anche i suoni superano le barriere linguistiche, culturali, i confini nazionali.
Dai tempi della mitologia del dio Sole, il rapporto con lo spazio cosmico dischiude ad una dimensione visionaria in cui fantastico e scientifico convivono in osmosi, una condizione cui nemmeno le più recenti tecnologie si sottraggono. Eppure in anni in cui lo spazio cosmico diviene oggetto di una nuova stagione di corsa allo spazio caratterizzata dalla partecipazione di investitori privati e dall'introduzione del turismo spaziale, vale la pena domandarsi se stia nascendo il rischio di una privatizzazione dell'immaginario del cosmo. Se i processi di antropizzazione del cosmo – anche chiamato l'ottavo continente – conducono a ricerche che mirano a riportare i satelliti non più funzionanti sulla Terra per essere ecologicamente smaltiti, o per lo meno per non divenire spazzatura orbitante, dall'altro lato si assiste a una banalizzazione dell'esperienza dell'universo con fini materialistici. In piena Guerra Fredda, nel 1972 lo spazio era divenuto un'arena per la pace tra astronauti statunitensi e cosmonauti sovietici grazie a un trattato di cooperazione firmato dai rispettivi leader politici che, tra opportunismo e necessità, apriva uno spiraglio di collaborazione tra i Paesi allora impegnati a gareggiare nella corsa alla spazio. Ancora oggi lo spazio cosmico è sinonimo di cooperazione tra cittadini di qualsiasi provenienza e cultura, ma è a rischio di una privatizzazione senza precedenti quando diviene palcoscenico di interessi personali, economici e di parte: di recente abbiamo assistito ai primi esempi di un futuro turismo di massa per ricchi e alla celebrazione di eventi storici quali messaggi propagandistici, con l'esposizione dello Stendardo della Vittoria da parte di due cosmonauti russi durante una loro passeggiata nello spazio. Un gesto, questo, letto come una provocazione perché realizzato nel maggio del 2022 durante la loro permanenza sulla stazione spaziale internazionale (ISS), lanciata in orbita nel 1998 come risultato di processi di cooperazione multilaterale strutturata del post-corsa alla spazio.
I lavori inediti di Taisia Korotkova e Margherita Morgantin presentati in mostra si relazionano a diverso titolo e con modalità dissimili a centri di ricerca e istituzioni scientifiche, oltre che a leggi e scoperte, alla storia e alla museologia della scienza. La serie di acquerelli Imagined destinations [Destinazioni immaginate] (2023) di Taisia Korotkova apre uno spiraglio su paesaggi immaginari costituiti dalla coesistenza di elementi esistenti e fantastici. Differenti piante biomorfe, l'acceleratore di particelle del Cern Large Hadron Collider (LHC), il reattore nucleare Tokamak, il progetto Biosphere 2 sono raccolti in un atlante irregolare composto da rimanenze e rovine di scoperte passate che si intrecciano indissolubilmente a strumenti attuali, dando sostanza ad aspettative verso un futuro egualitario e di pace. Con Imagined destinations Korotkova si lascia alle spalle un'iconografia di intonazione critica e analitica che ha caratterizzato la sua produzione precedente, profondamente toccata da errori, ferite e residui del post Guerra Fredda, da riflessioni sul post-umano e dagli scarti ecologici della ricerca scientifica e della cultura visuale che ne deriva, tra scorie nucleari, luoghi di stoccaggio al limite del concepibile ed edifici abbandonati. Riflessioni queste che non ha abbandonato ma riletto con il desiderio di costruire un ancora inesistente, ma auspicabile, futuro di coesistenza interspecie, affidato al mezzo pittorico e alla figurazione dettagliata degli elementi ritratti con colori sgargianti – introducendo il carattere del fantastico in illustrazioni per certi versi realistiche. Sullo stesso versante, nella percezione di un incontro tra reale e irreale, si colloca l'opera site-specific di Morgantin. Variabili 1 (venti cosmici) è costituita da un anemoscopio alterato, anche detto manica a vento, e collocato sul tetto di Cripta747. Lo strumento defunzionalizzato dai suoi scopi originari è qui riletto come elemento trasfigurato e rappresentativo di un dialogo tra le due discipline, quella scientifica e quella artistica. La manica a vento è riconoscibile ma, anziché proporre una registrazione fedele di dati, il suo scopo diviene quello di dare forma all'invisibilità del vento. Pur assumendo un valore scultoreo/installativo, allo stesso tempo il materiale leggero dell'oggetto è stato contaminato dall'inserimento di sonagli che generano suoni metallici in base all'intervento degli agenti atmosferici sulla manica a vento. Assieme ad altre sonorità registrate nello spazio di Cripta747, il suono dei sonagli e della manica confluisce in Cosmic silence 6 di Margherita Morgantin e Lemmo, traccia audio interconnessa e parte dell'intervento site-specific, che viene presentata per la prima volta live durante l'opening per rimanere poi una presenza fantasmagorica all’interno della mostra. Il sonoro nasce dall'intreccio di suoni locali con traduzioni in spettri sonori di dati matematici statistici derivati dall'esperimento VIP = Violation of the Pauli exclusion principle, [VIP = la violazione del principio di esclusione di Pauli], in corso al Laboratorio del Gran Sasso e su cui Morgantin ha realizzato un lavoro omonimo tra 2020 e 2021 per l’ottava edizione di Italian Council e prodotto da Xing. Basato sulla rilettura del Principio di esclusione formulato nel 1925 dal fisico Wolfgang Ernst Pauli (1900-1958), VIP è un progetto di ricerca a tutti gli effetti che mira a osservare la possibilità di comportamenti che smentiscano questa legge (la quale garantisce in qualche modo la stabilità della materia dell’universo). L'operazione di Morgantin si inserisce in tale dinamica contaminandola con la carica di indefinitezza che caratterizza il mezzo artistico. I lavori di Korotkova e Morgantin – così diversi e così speculari – insinuano dubbi proponendo sguardi alternativi e liminali volti a evidenziare le possibilità di fuga da una interpretazione netta e chiusa del conoscibile, scavando interstizi negli scarti che emergono dalle teorie e dalle pratiche contemporanee attorno ai metodi e modi che abbiamo di conoscere, raccogliere dati e diffonderli, offrendo una riflessione sulle dinamiche di appartenenza e compartecipazione a un futuro che ci unisce e lega in termini di tempo e spazio, superando confini geografici e inglobando lo spazio cosmico.
Taisia Korotkova vive e lavora a Milano, ed è nata a Mosca dove nel 2003 si è laureata all'Institute of Contemporary Art (Mosca) e nel 2004 si è diplomata all'Accademia d'arte statale V. I. Surikov. Nel 2010 ha vinto il Kandinsky Prize, e i suoi lavori sono nelle collezioni della State Tretyakov Gallery, Mosca, MMOMA, Institute of Russian Realistic Art, Uppsala Art Museum, collezione del presidente della Repubblica austriaca, Moscow City Hall e in collezioni private. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive tra cui Cosmopolita, Cittadella degli Archivi di Milano, (2023); Novacene, Utopia Lille 3000, Lille, France (2022); Dark Forest, State Tretyakov Gallery, Mosca (2021); New Habitat, Kottinspektionen, Uppsala (2018); 4th Ural Industrial Biennial of Contemporary Art, Ekaterinburg (2017); 4th Moscow Biennale of Contemporary Art, main project, Mosca (2011).
Margherita Morgantin è nata a Venezia dove si è laureata in Architettura allo I.U.A.V., studiando metodi di previsione della luce naturale. Il suo lavoro si articola in linguaggi diversi che spaziano dal disegno alla performance, muovendosi su di un filo che raccorda linguaggio, filosofia, matematica, cultura visiva. Ha partecipato a mostre d’arte contemporanea e festival in Italia e all’estero e ha pubblicato i libri Titolo variabile (Quodlibet 2009), Agenti autonomi e sistemi multiagente (con M.Di Stefano) (Quodlibet 2012), Wittgenstein. Disegni sulla certezza (nottetempo 2016), Lo spazio dentro (con M.Buri) (nottetempo e-pub 2020), Sotto la montagna Sopra la montagna (nottetempo 2021). Ha pubblicato inoltre il disco COSMIC SILENCE 5, fluorescence 4 con Ilaria Lemmo e Beatrice Goldoni per la collezione Xong – dischi d’artista (Xing 2022). Lavora anche come Pawel und Pavel, progetto collaborativo di scrittura e performance, avviato nel 2013 con Italo Zuffi. Insegna all’Accademia di Belle Arti di Brera, Milano.
Lemmo, natə a Torino il 29 giugno 1996, è sound researcher e compositorə nel campo della musica elettronica e sperimentale. Compone musica per il teatro, installazioni e per le arti performative e visive. Il suo lavoro esplora le possibilità della composizione algoritmica in relazione e dialogo con lo spazio acustico e come pratica di ascolto, sia in ambito della ricerca sonora che in quello multidisciplinare. Indaga il mezzo elettronico come strumento di osservazione e compenetrazione da una parte di un linguaggio informatico per la sintesi del suono e l’elaborazione di strutture di dati complessi, e dall’altra parte occupandosi di field recording ed elaborazione di suoni registrati. Tra le sue collaborazioni Chiara Bersani, Teatro Valdoca, XING-Margherita Morgantin, saudadesaudade.
Alessandra Franetovich è dottore di ricerca in storia dell'arte contemporanea, critica e curatrice. Attualmente è ricercatrice post-doc per il progetto Panorama dell'arte italiana del XXI secolo di Quadriennale di Roma, membro del board curatoriale di Cripta747, Torino, ed è co-docente presso Naba, Milano. Le sue ricerche sono state presentate in istituzioni universitarie in Italia ed Europa e ha ricevuto borse di studio e premi da Garage Museum of Contemporary Art, Mosca, Ministero degli Affari Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, V-A-C foundation, Mosca. Ha curato mostre e residenze artistiche e ha collaborato con gallerie, spazi no profit, festival, istituzioni museali. I suoi testi sono stati pubblicati su cataloghi e riviste per e-flux journal, Middle Plane, Castello di Rivoli, Centro Pecci, Cosmic Bulletin.
25/05/2023 - 08/07/2023
Taisia Korotkova
Margherita Morgantin
curated by Alessandra Franetovich
On July 12, 2022, NASA, ESA, CSA, and STScI released an image called the Cosmic Cliffs, depicting a portion of the universe known as NGC 3324, a star-forming region located in the Carina Nebula. This region is situated approximately 7,600 light-years away from Earth. The image was created using infrared technology by the James Webb Space Telescope. It captures the ethereal beauty of the gas and dust shaping the birth processes of stars, recalling the mountains and valleys found on Earth. These shimmering landscapes, also referred to as glittering landscapes, evoke the genre of landscape painting, but aesthetically remind one of certain screensavers. Each type of matter corresponds to a specific colour, making these images objects of scientific study as well as valuable tools for disseminating knowledge about the universe beyond the scope of scientific research. One example of this research, created as part of NASA's Sonification Project, uses sonorization to render the images audible. These acousmatic images serve to communicate aspects of the universe to visually impaired individuals, enhancing the imaginative experience for everyone. Sounds, like images, can also overcome linguistic, cultural, and national borders.
Drawing from the mythology of the Sun god, the relationship with cosmic space unveils a visionary dimension in which the fantastic and scientific coexist in a kind of osmosis — a condition which even the latest technologies cannot escape. As cosmic space becomes a focal point in the new era of space exploration, one that is characterized by the participation of private investors, it is worth contemplating the emerging risk of the privatization of our collective imagination of the cosmos. Currently, efforts are being made to anthropize the ‘eighth continent’, by researching methods to safely dispose of non-functional satellites and prevent them from becoming space junk. However, there is also a concerning trend of trivializing the cosmic experience for materialistic purposes. At the height of the Cold War, in 1972, space served as an arena for peaceful cooperation between U.S. astronauts and Soviet cosmonauts thanks to a treaty signed by their respective political leaders. This collaboration between competitors in the space race exemplified the cooperative nature of cosmic space. Even today, cosmic space symbolizes cooperation among individuals from diverse backgrounds and cultures, but it faces unprecedented privatization when it becomes a platform for personal, economic, and partisan interests — recent examples include the emergence of mass tourism for the wealthy and the use of historical events as propaganda messages, such as the display of the Victory Banner by Russian cosmonauts during a spacewalk in April 2022. The latter, deemed to be a somewhat provocative gesture, since it was made during their stay on the International Space Station (ISS), launched in 1998 as a result of structured multilateral cooperation processes, reflects the potential threats to the spirit of cooperation in cosmic exploration.
The new works presented by Taisia Korotkova and Margherita Morgantin in the exhibition establish various connections to research centres, scientific institutions, laws, discoveries, and the history and museology of science. Taisia Korotkova's series of watercolours titled Imagined Destinations (2023) provides a glimpse into imaginary landscapes constituted by the coexistence of existing and fantastic elements. Different biomorphic plants — the Cern Large Hadron Collider (LHC) particle accelerator, the Tokamak nuclear reactor, and the Biosphere 2 project — are collected in an irregular atlas composed of remnants and ruins of past discoveries that are inextricably intertwined with current instruments, giving substance to expectations toward an egalitarian and peaceful future.
In Imagined Destinations, Korotkova departs from her previous productions, typified by a critical and analytical iconography profoundly influenced by the post-Cold War era — works dealing with mistakes, wounds, remnants, post-humanism, the ecological aftermath of scientific research, and the accompanying visual culture of radioactive waste and abandoned buildings. While keeping these topics in mind, the artist reinterprets them with the aim of constructing a non-existent yet desirable future centred around interspecies coexistence. The medium of painting, characterized by the detailed figuration of the portrayed elements and garish colours, introduces the topic of the fantastic. Similarly, Morgantin's site-specific work lies in the encounter between the real and the unreal. Variables 1 (cosmic winds) consists of an altered anemoscope, also known as a windsock, placed on the roof of Cripta747. The instrument has been defunctionalized from its original purpose and is now contextualized as a transfigured element, representing a dialogue between the scientific and artistic disciplines. Instead of proposing a faithful recording of data, the purpose of the windsock is to give form to the invisibility of the wind. While taking on a sculptural and installative value, the lightweight material of the object has been contaminated by the insertion of rattles. Depending on the weather conditions, the windsock generates sounds that blend into Margherita Morgantin and Lemmo's Cosmic Silence 6, an interconnected audio track and integral part of the site-specific intervention. Initially presented live during the opening, it will continue to exist as a phantasmagorical presence within the exhibition. These sounds emerge from the interweaving of local sources with translations into sound spectra derived from statistical mathematical data of the VIP experiment, which investigates the Violation of the Pauli exclusion principle at the Gran Sasso Laboratory. Morgantin created an elaborate artwork of the same name between 2020 and 2021, produced by Xing for the eighth edition of the Italian Council. VIP is a research project based on a reinterpretation of the Exclusion Principle formulated in 1925 by physicist Wolfgang Ernst Pauli (1900-1958). It aims to observe the possibility of behaviours that defy this law, which guarantees the stability of matter in the universe. Morgantin's approach aligns with this dynamic by infusing it with the ambiguity characteristic of the artistic medium. Though distinct, the works by Korotkova and Morgantin insinuate doubts by proposing alternatives and offering liminal perspectives that highlight the potential for escaping from a confined interpretation of the knowable. They explore the gaps and interstices that emerge from contemporary theories and practices surrounding our methods of knowing, collecting data, and disseminating knowledge. Ultimately, these works prompt reflection on the dynamics of belonging and co-participation in a future that unites us across time and space, transcending geographical boundaries and encompassing cosmic space.
Taisia Korotkova lives and works in Milan. She was born in Moscow in 1980. In 2003 she graduated from the Institute of Contemporary Art (Moscow). In 2004 she graduated from V. I. Surikov Moscow State Academic Art Institute. In 2010 she won the Kandinsky Prize in the category “Young Artist of the Year. Project of the Year”. Taisia Korotkova’s works are in the collections of State Tretyakov Gallery, Moscow Museum of Modern Art, Institute of Russian Realistic Art, Uppsala Art Museum, collection of the President of the Austrian Republic, the Moscow City Hall, as well as in private collections in Russia and abroad. Her works have been displayed in several shows, among which Cosmopolita, Cittadella degli Archivi di Milano (2023); Novacene, Utopia Lille 3000, Lille (2022); Dark Forest, State Tretyakov Gallery, Moscow (2021); New Habitat, Kottinspektionen, Uppsala (2018); 4th Ural Industrial Biennial of Contemporary Art, Ekaterinburg (2017); 4th Moscow Biennale of Contemporary Art, main project, Moscow (2011).
Margherita Morgantin lives and works in Milan, and was born in Venice. She graduated in Architecture at the IUAV Department of Technical Physics researching systems for forecasting natural light. Her work is articulated through different languages, ranging from drawing and installation to performance, and moving on a thread that connects language, philosophy, mathematics and visual culture. She has contributed to group shows and festivals in Italy and abroad, and she published the books of short texts and drawings: Titolo variabile (Quodlibet 2009), Agenti autonomi e sistemi multiagente (with M.Di Stefano) (Quodibet 2012), Wittgenstein. Disegni sulla certezza (nottetempo 2016), Lo spazio dentro (with M.Buri) (nottetempo e-pub 2020), Sotto la montagna Sopra la montagna (nottetempo 2021). She also released the LP COSMIC SILENCE 5, fluorescence 4 with Ilaria Lemmo and Beatrice Goldoni for the Xong collection - artists records (Xing 2022). Since 2013, she also works as Pawel und Pavel, a collaborative project on writing and performance with Italo Zuffi. She teaches at the Brera Academy of Fine Arts in Milano.
Lemmo live and work in Turin. They are sound composers and sound researchers in the field of electronic and experimental music. They compose music for theatre, performances, installations and audiovisual arts. Working with algorithmic and electronic composition, their research explores the possibilities of algorithmic composition and the relation with the acoustic viability in the space, both in the field of sound research and in the multidisciplinary one. They work and worked among others for Chiara Bersani, Teatro Valdoca, XING-Margherita Morgantin, saudadesaudade.
Alessandra Franetovich has a PhD in contemporary art history, and is a critic and curator. She is currently a post-doc researcher at the Quadriennale di Roma, member of the curatorial board of Cripta747, and is co-lecturer at Naba, Milan. Her research has been presented in universities and institutions in Italy and Europe, and she has been awarded scholarships from the Garage Museum of Contemporary Art, Moscow, Italian Ministry of Foreign Affairs and the Ministry of Cultural Heritage for the curatorial residency Premio Mosca, and V-A-C foundation, Moscow. She has curated exhibitions, and artistic residencies and collaborated with galleries, non-profit spaces, festivals and museums. Her texts have been published in catalogs and magazines for e-flux journal, Middle Plane, Castello di Rivoli, Centro Pecci, Cosmic Bulletin.